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 Le città invisibili di Italo Calvino

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5 partecipanti
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MessaggioTitolo: Le città invisibili di Italo Calvino   Le città invisibili di Italo Calvino EmptyGio 22 Mag 2008, 20:04

In alcune facoltà di architettura, i docenti, accanto ai testi tecnici, fanno leggere un libro di Italo Calvino dedicato alla città: "Le città invisibili".
E' un libro che parla di città inventate, irreali, fantastiche, una sorta di riscrittura del "Milione" di Marci Polo.
Perché questi docenti lo ritengono utile per i futuri architetti?
Evidentemente ciò che di una città non è immediatamente visibile è altrettanto importante ed essenziale che le cose concrete ed evidenti.
Forse una città è fatta soprattutto di quello che non si vede, e dietro quei nomi di donna (le città si chiamano Dorotea, Isidora, Zaira e così via) si nasconde la Città in quanto tale, l'essenza stessa della città.
Consiglio a tutti questo libro, secondo me può essere utlile anche in relazione alla fotografia, visto che spesso si fotografano, appunto, le città.
Vi trascrivo una delle descrizioni, forse non la più bella, ma abbastanza breve da non richiedere troppo tempo per ricopiarla (e per leggerla).
La città in questione si chiama Ersilia.



A Ersilia, per stabilire i rapporti che reggono la vita della città, gli abitanti tendono dei fili tra gli spigoli delle case, bianchi o neri o grigi o bianco-e-neri a seconda se segnano relazioni di parentela, scambio, autorità, rappresentanza. Quando i fili sono tanti che non ci si può più passare in mezzo, gli abitanti vanno via: le case vengono smontate; restano solo i fili e i sostegni dei fili.
Dalla costa d’un monte, accampati con le masserizie, i profughi di Ersilia guardano l’intrico di fili tesi e pali che s’innalza nella pianura. E’ quello ancora la città di Ersilia, e loro sono niente. Riedificano altrove. Tessono con i fili una figura simile che vorrebbero più complicata e insieme più regolare dell’altra. Poi l’abbandonano e trasportano ancora più lontano sé e le case.
Così viaggiando nel territorio di Ersilia incontri le rovine delle città abbandonate, senza le mura che non durano, senza le ossa dei morti che il vento fa rotolare: ragnatele di rapporti intricati che cercano una forma.


Italo Calvino
Le città invisibili
Einaudi e Mondadori
1972

Messaggio postato da Angelo.
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Aurora Amato

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MessaggioTitolo: Re: Le città invisibili di Italo Calvino   Le città invisibili di Italo Calvino EmptyMer 28 Mag 2008, 12:07

Mi hai incuriosito e visto che sto cercando cosa leggere credo proprio che la mia ricerca sia giunta al termine....
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angelo
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MessaggioTitolo: Re: Le città invisibili di Italo Calvino   Le città invisibili di Italo Calvino EmptyVen 30 Mag 2008, 01:50

Aurora Amato ha scritto:
Mi hai incuriosito e visto che sto cercando cosa leggere credo proprio che la mia ricerca sia giunta al termine....

Sono contento che accetti il consiglio implicito nel mio post. Spero che il libro non ti deluderà! Altrimenti ti rimborso...Razz
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vae victis




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MessaggioTitolo: .. ersilia ...   Le città invisibili di Italo Calvino EmptyLun 07 Lug 2008, 23:07

è interessante veder docenti che vogliono aprir le menti dei loro studenti con racconti fantastici ed ironici, esasperando i lati grotteschi dell' uomo e del suo organizzarsi nella città ..

che cosa rispondere?

leggete il piccolo principe così usciamo dalle città e sveliamo come potrebbe esser organizzato tutto il mondo ..
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angelo
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MessaggioTitolo: Re: Le città invisibili di Italo Calvino   Le città invisibili di Italo Calvino EmptyVen 18 Lug 2008, 02:01

vae victis ha scritto:
è interessante veder docenti che vogliono aprir le menti dei loro studenti con racconti fantastici ed ironici, esasperando i lati grotteschi dell' uomo e del suo organizzarsi nella città ..

che cosa rispondere?

leggete il piccolo principe così usciamo dalle città e sveliamo come potrebbe esser organizzato tutto il mondo ..

In effetti l'errore imperdonabile di chi ha fatto crescere le nostre città, è di averle pensate come enti a sé stanti: non si può pensare la città sensa pensare il territorio, e in definita il mondo.
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vae victis




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MessaggioTitolo: Re: Le città invisibili di Italo Calvino   Le città invisibili di Italo Calvino EmptyLun 21 Lug 2008, 15:15

angelo ha scritto:
vae victis ha scritto:
è interessante veder docenti che vogliono aprir le menti dei loro studenti con racconti fantastici ed ironici, esasperando i lati grotteschi dell' uomo e del suo organizzarsi nella città ..

che cosa rispondere?

leggete il piccolo principe così usciamo dalle città e sveliamo come potrebbe esser organizzato tutto il mondo ..

In effetti l'errore imperdonabile di chi ha fatto crescere le nostre città, è di averle pensate come enti a sé stanti: non si può pensare la città sensa pensare il territorio, e in definita il mondo.

la città...
e pensare che erano nate sui bisogni elementari dell'uomo..
lungo i fiumi, vicino le vie di comunicazioni, vicino risorse.
e l'uomo l'ha fatta crescere per i suoi desideri, necessità etc etc..
anche ora le città crescono, anche ora si modificano.
è che mancano i governi delle città, mancano gli uomini che attuano gli strumenti di pianificazione.
o meglio, mancano le persone super partes che sappiano fare politiche di sviluppo.
oggi ci sono gli interessi ed i profitti.
ed i profitti italiotici sono di tutti:dal caltairone di turno fino al povero contadino che fa il favore al tecnico loicale per farsi passare ad edificabile il suo orticello.
ecco lo sviluppo delle città.
in effetti, sono le scuole che dovrebbero formare le menti all'onestà e forgiare urbanisti e uomini capaci di risolvere in diversi modi lo stesso problema.

certo, mi viene da ridere, pensando che molti professori facciano i piani regolatori che sono uno strumento di favoritismo locale.
questo è quello che ho visto a roma, quello che ho visto nella mia città di provenienza, quello che fanno al meridione.

ecco, legga chi ne ha la voglia e le motivazioni.
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LauraB

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MessaggioTitolo: Re: Le città invisibili di Italo Calvino   Le città invisibili di Italo Calvino EmptyGio 07 Ago 2008, 18:29

Parlando di Calvino e la città invisibile vi segnalo per mercoledì 13 agosto, ore 21.30 a Palazzo della Penna:
" La citta sonora, la città invisibile" letture da Italo Calvino

Il programma lo trovate nella sezione eventi: " Tenera è la notte"
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Aurora Amato

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MessaggioTitolo: Re: Le città invisibili di Italo Calvino   Le città invisibili di Italo Calvino EmptySab 29 Nov 2008, 12:00

Ti avevo detto Angelo che lo avrei letto e anche se con qualche mese di ritardo l'ho letto finalmente. Smile

Attraverso la descrizione di 55 città Calvino mi sembra descrivi una sola realtà, una sola città.... L'insieme delle mille sfaccettature colte nelle varie città sono sono necessarie per formare l'unità. Non si può descrivere una città parlando solo del suo stile architettonico (si può dire così?confused), o della sua pianta urbanistica. Bisogna andare più a fondo, ogni città è anche come ognuno di noi la vede, la vive, dipende dal momento in cui essa viene vissuta.
"... La città per chi passa senza entrarci è una, e un'altra per chi ne è
preso e non ne esce; una è la città in cui si arriva la prima volta,
un'altra quella che si lascia per non tornare; ognuna merita un nome
diverso; forse di Irene ho già parlato sotto altri nomi; forse non ho
parlato che di Irene. L'altrove è uno specchio in negativo. Il
viaggiatore riconosce il poco che è suo scoprendo il molto che non ha
avuto e non avrà..."


Le città sono invisibili perché noi, forse, siamo ciechi o vogliamo vedere solo quello che ci interessa, o solo quello che riconosciamo. "...le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure, anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli, e ogni cosa ne nasconde un'altra..."
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MessaggioTitolo: Re: Le città invisibili di Italo Calvino   Le città invisibili di Italo Calvino EmptySab 29 Nov 2008, 12:09

E' un viaggio che ci porta ad investigare il rapporto tra i luoghi e i loro abitanti, che ci descrive desideri e angosce che ci portano a vivere la città.

E' anche un viaggio alla scoperta di noi stessi, in ogni città descritta ho ritrovato qualcosa di me, come per le città bisogna osservare ciò che va al di là di ciò che appare o che si vede a prima vista. "... l'altrove è uno specchio in negativo: il viaggiatore riconosce il poco che è suo scoprendo il molto che non ha avuto e che non avrà."

"...Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più di avere: l'estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t'aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti..."

Non esiste altra verità se non quella che ci si palesa dall'angolo da cui guardiamo il mondo.

Buona lettura a chi leggerà il libro. Smile
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MessaggioTitolo: Re: Le città invisibili di Italo Calvino   Le città invisibili di Italo Calvino EmptySab 29 Nov 2008, 15:07

Sembra un monologo visto che nessuno interviene ma mentre ero fuori a correre mi è venuta una nuova riflessione a proposito di tale libro: ogni città visitata lascia al viaggiatore qualcosa in più proprio come il suo incontro con le persone che lo circondano. Una nuova città o una nuova conoscenza, una nuova esperienza, è valida e degna di essere fatta se è in grado di lasciarci qualcosa, nel bene e nel male, rifuggiamo da tutto ciò che è indifferenza.
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Aurora Amato

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MessaggioTitolo: Re: Le città invisibili di Italo Calvino   Le città invisibili di Italo Calvino EmptyMer 28 Gen 2009, 16:52

Oggi mi è ritornato in mente questo testo che ogni tanto rileggo, magari una città o due per volta.... Le città invisibili sono anche le varie forme che la stessa città assume o che noi vediamo a seconda del nostro particolare stato.... Anche Perugia è un insieme di città invisibili!

Ecco la città invisibile che ho visitato io oggi:

Ludovica

"...in alcune città gli abitanti sono divisi in gruppi in cui l'aspetto in comune è rappresentato dall'età. Tra i gruppi non ci sono molti scambi poichè essi sembrano non conoscere un linguaggio che gli permetta di comprendersi. A Ludovica ciò non avviene poichè ogni abitante è un ente che conservando la propria definita personalità riesce ad entrare in contatto con gli altri abitanti, riesce a trovare un linguaggio per comprenderli ed esserne compreso. Non esistono gerarchie, nessun maestro e nessun allievo, solo la voglia di scambiare le proprie conoscenze e di apprendere da chi ha qualcosa da insegnare..."
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