La rinnovata visita del Louvre fatta la settimana scorsa mi ha tristemente messo di fronte il nuovo allestimento che coinvolge la Gioconda di Leonardo.
E' l'incarnazione di un ossimoro: il quadro più celebrato del mondo è il peggio esposto, quasi umiliato.
La Gioconda è stata incapsulata in una specie di cassaforte di vetro, incassata in una parete provvisoria buttata lì al centro di una stanza e recintata da transenne che costringono i visitatori a molti metri di distanza. E' praticamente imprigionata e isolata da tutto il resto come un animale raro in uno zoo.
Dubito che il vetro sia così perfettamente scevro da qualsiasi riflesso o effetto ottico da non danneggiare affatto la fruizione, e comunque non vediamo la Monna Lisa ma solo la sua sagoma, del paesaggio meraviglioso alle sue spalle non possiamo neanche intuire la presenza, non leggiamo l'espressione del volto (ci sono milioni di libri su quel benedetto sorriso...) e il quadro è poco più di un francobollo: scorgiamo una testa, ecco tutto.
...del resto è il segno dei tempi: oggi un'opera d'arte non vale più per ciò che è ma solo per ciò che rappresenta. L'esperienza estetica reale non conta più nulla, l'importante è che file di turisti anonimi possano stargli qualche minuto di fronte e poter dire al ritorno a casa di averla vista (ma senza averla conosciuta). Alla stessa maniera nel '700 si andava a teatro solo per poter dire il giorno dopo di esserci stati, senza ricordarsi neanche che opera avessero rappresentato.
La Gioconda è ridotta a simbolo di sé stessa, è un grafismo, serve solo a poter dire che c'è, tutti possono consumare, nessuno conoscere.
Non servono i deboli argomenti legati alla sicurezza, un museo lo si può salvaguardare con misure di carattere generale, che non hanno nulla a che fare col blindare un singolo quadro. Daltronde, se è così pericoloso esporla normalmente, non sarebbe meglio allora renderla visitabile a piccoli gruppi di persone controllati, che però possano vederla "in faccia"? Ma è evidente che ci si guadagnerebbe di meno, perché oggi si va al Louvre soprattutto perché c'è la Gioconda, e si deve essere sicuri di poterle stare di fronte qualche minuto, a costo di non poter verificare, coi propri occhi, se era bruna o bionda.
Jean Michel Basquiat: "Gioconda" 1983