Jeanloup Sieff

Grande maestro della fotografia francese. Nato a Parigi nel 1933. Morto nel 2000.

Ecco la sua interpretazione della Fotografia: "Il denominatore comune di
tutte le foto è sempre il tempo, il tempo che scivola via tra le dita,
fra gli occhi, il tempo delle cose, della gente, il tempo delle luci e
delle emozioni, un tempo che non sarà mai più lo stesso" (J. Sieff).

Il sito ufficiale: http://www.jeanloupsieff.com/

Massimiliano, che piacere vedere un riferimento a Sieff.
Vidi le sue foto per la prima volta molti anni fa in una rivista di fotografia, dovrei ancora averla da qualche parte. Erano un misto tra il reportage e la moda, ma si vedeva che quei B/N avevano qualcosa di particolare.
Quest bastò per farmelo piacere e seguire quando possibile
E' difficile dire cosa mi piace veramente del suo lavoro: apprezzo praticamente ogni aspetto e forma.
I ritratti hanno una forza ed insieme una armonia che trovo magistrale. I volti sembrano uscire dallo schermo, ma non con quella arroganza che si ha quando una immagine è forzata o pompata, il gioco che riesce a fare con la luce, portata ad illuminare la parte centrale del viso, ne fanno insieme una firma e un ulteriore accentuazione del carattere del soggetto.

Mi piacciono i neri densi e compatti, i contrasti netti che caratterizzano le sue immagini di reportage e i suoi landscape, e quella sorta di capacità di ottenere delle forme grafiche minimali, essenziali.
E' certamente un fotografo che va tenuto in considerazione.
Grazie per aver reso disponibile il link.

Brian.

Grazie Brian , sono molto contento che tu abbia apprezzato il riferimento a Sieff, e che abbia arricchito il post con le tue considerazioni su questo grande artista.

Posso dirti che mi sono innamorato dei suoi scatti durante un viaggio in Francia. Mi trovavo nel paese di Lapalisse, vicino a Vichy e, nel locale castello, avevano allestito una mostra retrospettva del grande fotografo con più di 100 foto.

Ricordo che in quella occasione acquistai un poster che ancora oggi tengo appeso in una stanza di casa.

Bella scoperta questo fotografo, conoscevo solo una foto...
Un elemento formale caratteristico è il tono luminoso sempre un po' basso (accetta senza riserve il grigiore del cielo, carica di ombre profonde paesaggi e ritratti, accetta il nero pieno in molte parti dell'immagine).
Per questo c'è una sorta di nota "romantica" nel suo lavoro, e a volte addirittura un po' tetra. Se ne può essere entusiasti o meno, sicuramente è salutare: le foto di moda devono essere per forza splendenti e abbaglianti come gioielli? La natura ha solo un aspetto solare e positivo? No di certo...
Fra le altre immagini, il ritratto di Mia Farrow è un capolavoro: mette perfettamente a nudo il carattere fragile e un po' da "bambolina" che avendo visto molte sue interpretazioni conoscevo. O meglio: lo pre-sentivo, a livello semi-conscio, la foto me ne ha fatto prendere completa consapevolezza.
Diceva Alberto Moravia che l'arte fa riemergere il "rimosso". Estendendo la definizione, possiamo dire che spesso allarga gli orizzonti del nostro sapere trasformando una conoscenza ancora embrionale in sapere acquisito.

"Tono romantico"...ecco il termine cui giravo intorno e non trovavo. In effetti è interessante come fa notare Angelo quanto una modalità che si vorrebbe perfettamente definita da canoni espliciti e quasi obbligatori (la moda) possa invece essere "alterata", interpretata e valorizzata dalla personalità del fotografo.
Quel riuscire a vedere fuori dal gruppo, in maniera diversa. Quell'imparare le regole per poi lasciarle ed inventarne altre....

A presto ed un grazie tanto a Massimiliano quanto ad Angelo

Brian