ciao Brian,
mi spiace rispondere solo ora,
non ho acceso il pc per un pò.
il tuo commento mi sorprende piacevolmente,
per la profondità con la quale sei riuscito a raccontarmi,
a raccontare, le parole, che i miei occhi volevano raccontare.
Questa foto è parte di un mio percorso,
quindi pensi proprio bene,
il mio percorso, si costruisce da solo,
scendendo per strada, ogni volta, che i miei occhi sono abbastanza attenti,
il mio percorso si basa sull'ascoltare chi sta zitto.
Il piacere di fare fotografie, deriva essenzialmente dalla mia passione per gli esseri umani,
e
il rispetto per la dignità umana ( onde evitare forme di spettacolarizzaizone della sofferenza e del dolore altrui) , è un principio implicito, alla base della mia passione.
La macchina fotografica è un mezzo,
che mi permette di raccontare qualcosa sugli esseri umani,
di rovistare oltre le parole,
per parlare il "linguaggio muto" del corpo,
dello sguardo,
della gestualità,
dell'azione,
della combinazione degli elementi ambientali con la figura umana.
Essendo, anche io un'essere umano,
non riesco a oltrepassare, con l'obbiettivo, il confine del rispetto,
per soddisfare i miei personali bisogni.
Quest'uomo è alla stazione ogni giorno,
la vita gli scorre intorno,
ma lui è lì,
fermo come un binario.
Devo dire la verità, ho scattato la foto con una compattina, e non l'ho scattata neanche tanto bene, per cui ho tentato di arrabattare il contrasto,
per renderla un pò più decente, e salvare il contenuto dell'immagine.
Grazie, per la tua attenzione,
per questo confronto,
piacevole,
gratificante.