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 Qualcuno ti osserva

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5 partecipanti
AutoreMessaggio
brian




Numero di messaggi : 426
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MessaggioTitolo: Qualcuno ti osserva   Qualcuno ti osserva EmptyDom 20 Set 2009, 12:46

Riprendiamo per quanto possibile le fila dei nostri pensieri e discorsi.
Mescolati ai sogni, confusi con gli incubi e le paure.
Ma forse è solo un gioco.

[img]Qualcuno ti osserva Webbrian6691eg5blueok[/img]

Un saluto,

Brian
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LauraB

LauraB


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MessaggioTitolo: Re: Qualcuno ti osserva   Qualcuno ti osserva EmptyDom 20 Set 2009, 19:16

Questo occhio mi ipnotizza!
Veramente bel lavoro brian!
Ma questa foto come è nata?
Che lavoro hai fatto in fase di post produzione?
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Joffry

Joffry


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MessaggioTitolo: Re: Qualcuno ti osserva   Qualcuno ti osserva EmptyDom 20 Set 2009, 20:47

Bel lavoro !!
Ciao, a presto.
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angelo
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angelo


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MessaggioTitolo: Re: Qualcuno ti osserva   Qualcuno ti osserva EmptyLun 21 Set 2009, 23:20

E' un'immagine di forte impatto, senza dubbio.
Perdonami, ma pur piacendomi non riesco ad amarla: non vi ritrovo il walter scappini più autentico, quello che regala alle sue foto uno spessore fatto di memoria, ricordi, pensieri che va al di là dell'immagine nella sua immediatezza ottica, e la approfonsice di plurimi sensi.
E' una bella foto, ma come lo è un fotogramma di Matrix o l'immagine pubblicitaria in una rivista di moda: talmente nitida e perfetta che al di là dell'impatto iniziale non lascia scorgere null'altro da sé.
L'avesse scattata un altro, gli avrei fatto semplicemente i complimenti, ma avendola scattata tu, non posso che confessare che sai raggiungere vette ancora più elevate.

Naturalmente dire che una foto non ti rappresenta al meglio non vuole in nessun modo dire che è una brutta foto. Apprezzo sempre chi tenta nuove strade e cerca di dare al proprio lavoro sempre nuove sfaccettature. In questo senso questa foto la ritengo addirittura più importante di tante tue altre: ci fa conoscere un walter Scappini abbastanza inedito.

Alla prossima.
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Ste

Ste


Numero di messaggi : 453
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MessaggioTitolo: Re: Qualcuno ti osserva   Qualcuno ti osserva EmptyMar 22 Set 2009, 09:52

Inquietante Brian...mi piace tantissimo, la post produzione, il rimore, si respira il buio, la tensione, l'attenzione..sembra un killer pronto a scattare
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brian




Numero di messaggi : 426
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MessaggioTitolo: Re: Qualcuno ti osserva   Qualcuno ti osserva EmptyMar 22 Set 2009, 21:15

Un grazie a tutti. Ed in particolare ad Angelo. E' interessante quello che dice e mi trova, nel mio piccolo, perfettamente d'accordo. Direi che si ricongiunge alla perfezione a certi discorsi che ci troviamo a fare in questo periodo con Gabriele ed altri, su certi tipi di produzione e post-produzione, su come questi vanno a cambiare l'aspetto finale di immagini ma soprattutto il loro "valore". E questo è il motivo dell'immagine: della sua relaizzazione e della sua presenza qui.

Quest'immagine ha avuto discreti riconoscimenti anche in altri siti e proprio per questo ho voluto usarla per parlare un pò con voi.
Come la vedo io? Interessante per il taglio e l'impatto. Colpisce.
Ma ha il respiro breve di un manifesto, di una pubblicità di un film, di un compito ben preciso, che viene fatto e che poi non serve più.
E' (o potrebbe essere) una di quelle immagini la cui vita ha lo spazio di un giorno, di una settimana o poco di più.

Questo mi piacerebbe portare all'attenzione d tutti. Il fare la foto, il pensarla, costruirla, post-produrla. Tutti d'accordo sul fatto che moltissime delle nostre foto sono semplicemente questo e devono servire a null'altro che piacere, ricordare, parlare con gli amici.
Ma se, anche una sola volta, volessimo davvero pensare ad una immagine che in qualche modo possa essere diversa, dovremmo chiederci "quanto voglio che quest'immagine resti?".
Ed ecco che se la risposta è di un certo tipo, allora non è lapost-produzione, l'effetto, l'impatto immediato che diventa l'elemento essenziale o importante. Cambia completamente tutto. Entrano in gioco elementi che sono sfumature e sussurri e non fuochi d'artificio ed urla. E' un insinuarsi negli occhi e nella mente, un aprire con lentezza una nuova porta e far entrare una nuova luce.

Si parlava di recente con Gabriele (da qui nacquero degli esperimenti da parte di entrambi) dell'attuale "filosofia" visiva, per la quale le sole immagini che sembrano essere importanti o ben fatte, sono quelle che hanno una post-produzione particolarmente sofisticata e una grande precisione. Abbiamo visto anche moltissime immagini in cui la stessa "imperfezione" del mondo che volevano rappresentare era essenzialmente perfettamente costruita e distribuita nella foto.
Quello che veniva chiamato "mood", sentimento era qualcosa che era si talmente evidente da risultare però eccessivo, senza sbavature, senza incertezze o contaminazioni.
Bellissime foto, erfette. Fine ARts le chiamavano. Ma.... ci lasciavano perplessi, comunque.
E qui ritorniamo anche a considerazioni più volte fatte da Angelo sull'appiattimento di modi di vedere e proporre le immagini e, alla fine, su un uniformarsi del gusto verso standard che vengono via via riproposti da siti di fotografia che diventano poi elementi di riferimento e emulazione.
Se no ti uniformi a quegli stili la tua immagine non ha adeguata forza, non riesce ad emergere dall'oceano di milioni di altre immagini. E questo è un effetto a valanga: si cerca ancor di più un effetto estremo, un qualcosa che la faccia apprire al di spora. Si rischia in realtà di perdere tutto.

Ed allora, ben venga la post produzione e conoscerla al meglio. Ricordando quanto è in realtà l'anima quella che serve.

Mi piacerebbe conoscere anche il parere di altri.

Un saluto e a presto,

Brian/Walter
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angelo
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angelo


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MessaggioTitolo: Re: Qualcuno ti osserva   Qualcuno ti osserva EmptyMer 23 Set 2009, 12:30

Vedo che siamo completamente d'accordo, il tuo discorso è di una chiarezza esemplare e ognuno dovrebbe leggerselo attentamente.

Il discorso non vale solo per la fotografia, bisogna tenerlo in mente sempre: alcune opere d'arte fanno un rumore fragoroso e all'istante ci colpiscono come poche altre, ma poi dietro di sé non lasciano nulla, dopo una settimana già non ci appartengono più, non si sono sedimentate perché poco profonde.

Distinguiamo sempre, quindi, fra effetto immediato e effetto duraturo, opera che accade e opera che resta.
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LauraB

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MessaggioTitolo: Re: Qualcuno ti osserva   Qualcuno ti osserva EmptyMer 23 Set 2009, 14:31

angelo ha scritto:
Vedo che siamo completamente d'accordo, il tuo discorso è di una chiarezza esemplare e ognuno dovrebbe leggerselo attentamente.

Il discorso non vale solo per la fotografia, bisogna tenerlo in mente sempre: alcune opere d'arte fanno un rumore fragoroso e all'istante ci colpiscono come poche altre, ma poi dietro di sé non lasciano nulla, dopo una settimana già non ci appartengono più, non si sono sedimentate perché poco profonde.

Distinguiamo sempre, quindi, fra effetto immediato e effetto duraturo, opera che accade e opera che resta.

Leggendo quello che è stato scritto avete ragione!
Il problema è che se non ci fosse stato questo sviluppo della discussione sarei rimasta dell'idea che la foto è bellissima e di grande impatto senza pensare che poi alla fine anche a me lascia poco...Qualcuno ti osserva Icon_scratch
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angelo
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angelo


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MessaggioTitolo: Re: Qualcuno ti osserva   Qualcuno ti osserva EmptyGio 24 Set 2009, 19:00

Ragazzi la discussione si è diramata in due distinti argomenti, e ne sono contento perché vuol dire che è ricca di spunti.
Per quanto riguarda la questione direttamente connessa con questa foto, ovvero la durata nel tempo dell'immagine o il suo carattere temporaneo, continuiamo su questo topic.
Ho spostato invece su un nuovo topic, sezione "parole in libertà", il problema di quanto sia giusto ritoccare, e soprattutto in quale maniera, entro quali limiti.
(per raggiungere il topic in questione clicca qui)
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brian




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MessaggioTitolo: Re: Qualcuno ti osserva   Qualcuno ti osserva EmptyGio 24 Set 2009, 20:45

Andrò un pò a ruota libera, mi si perdoni quindi per la discontinuità.
Mi ero dimenticato, nel mio intervento precedente, di aggiungere un elemento che personalmente ritengo importante.
Il discorso della durata, e quindi del tempo, potrebbe (dico potrebbe perchè sto "pensando" in tempo reale e quindi magari cambio idea alla fine di queste note) credo possa andare di pari passo con quello della comunicazione. O almeno credo ci siano dei legami decisivi.
La domanda che spesso mi sono posto (e di cui spesso ho sentito la risposta) è: "una foto deve comunicare?". Ovvero il fatto di fare una foto deve necessariamente essere legato al voler esprimere un concetto un'idea, una posizione, e lo deve fare in maniera che questa
stessa posizione sia recepibile da tutti?
Personalmente questo mi sembra estremamente riduttivo e, eventualmente, applicabile solo a certe categorie di fotografia.

Quando scatto un'immagine (o meglio ancora un insieme per un book) sto cercando di coinvolgere qualcuno per uno scopo cui la foto è il mezzo, il tramite, lo spunto, oppure sto scrivendo il mio personalissimo diario intimo, fatto di immagini invece che di parole, che in teoria non dovrebbe essere letto da nessuno e solo incidentalmente accade che venga
visto?

La risposta cambia drasticamente nei due casi. Nel primo devo essere in grado di coinvolgere, trovare grammatiche ed aspetti che siano direttamente recepibili (al meglio e con il minor soforzo) ad una schiera vastissima di potenziali spettatori. Qui la grammatica della rappresentazione, la comunicazione, è importantissima. Devo parlare la
stessa lingua di coloro i quali dovranno leggere le mie immagini.
Nel secondo caso, la facilità di comunicazione è totalmente in secondo piano o addirittura non figura nel progetto. Ho la mia personale grammatica fatta del mio modo di vedere, dei miei simboli e caratterizzazioni di luci e ombre ecc. Può essere anche totalmente diversa
dalla comune accezione in quanto non sto spiegando nulla ad alcuno. Sto semplicemente dicendo: questo è il mio mondo e le sue regole. Questo mondo e queste regole possono parlare oppure no agli osservatori, ma questo non è un elemento di valutazione.
Questo sono io, semplicemente.

Come tutto questo ha a che fare con il tempo?

Un'immagine che comunica velocemente si dice sia efficace: ha ottenuto una sorta di risonanza tra l'autore e lo spettatore: comune linguaggio e comune sensibilità.
L'immagine colpisce, veicola il significato che si voleva portare. Ma è molto più suscettibile di decadimento temporale, proprio per la sua specificità storica e sociologica. credo sia rarissimo trovare immagini che parlano ed hanno valenze temporali praticamente illimitate. Credo che quando questo succede, ciò avvenga perchè insieme si sono innescati degli elementi di psicologia e narrativa ben più profondi della comunicazione visiva classica.
La foto di uno scarpone militare che immobilizza il braccio di un civile a terra (a parte la sua ambiguità - mi riferisco proprio ad un caso clamoroso) ha una vita limitata al momento in cui lìimmagine via aperta. Una volta chiusa si "allegerisce", si allontana fino alla prossia apertura. L'immagine di Che Guevara ripresa dal basso, lo sguardo perso
all'infinito) presa da Korda durante un comizio, diventa invece un'icona impermeabile al tempo. C'era qualcosa di diverso qui, che nulla aveva a che fare con la realtà della situazione (Che Guevara ricordo che in quel momento era solo molto stanco e con un terribile mal di testa). Questo qualcosa ha attivato una percezione dell'immagine più profonda: ha innescato negli osservatori un processo di "costruzione" di una storia
dell'immagine stessa e di un suo valore (e sarebbe interessante capire quanto questo meccanismo è legato al clima storico/sociale e alla cultura).

Per contro il "diario" di vita di un autore potrebbe essere meno impattante, meno coinvolgente. Questo significa più trasparente, meno durevole?
Credo non esistano metri per giudicare. Le schematizzazioni che ho cercato di fare sono certamente riduttive e superficiali. In effetti sto ponendo una domanda, non avendo io stesso una risposta chiara.
Forse anche in questo caso vale ancora il concetto di quanto un'immagine riesce ad attivare dei centri emozionali, delle categorie di sentimento che fanno subito percepire visceralmente l'immagine come qualcosa di anche nostro.

Mi scuso per la lunghezza. Ripeto: non si tratta di asserzioni ma di "meditazioni e dubbi" che mi è capitato di esprimere ora, senza pretese di chiarezza o verità. Proprio per questo il parere di altri sarebbe interessante.

A presto,
Brian.
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