Giocando con le ombre..

Due tecniche diverse, stessa idea: la realtà osservata dalle sue ombre..è sempre ingannevole? In questo caso sicuramente si



Aggiungo un paio di note: la prima mi ispira la sensazione di uomo assetato barcollante nel deserto, la seconda mi suggerisce una citazione biblica (avevo un vago ricordo di questa cosa, poi rileggendola su internet mi sono accorto che era adatta):

"Queste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati.
Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, nessun cespuglio
campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata - perché
il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava
il suolo e faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare
tutto il suolo; allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del
suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un
essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a
oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato"

Ciao Stefano,
trovo la prima più bella, forse per il taglio più quadrato, di sicuro per l'angolazione e la texture che produce il terreno.
continua a sperimentare e a renderci partecipi.

Andrea

la citazione gli calza a pennello, il suolo rende perfettamente l'idea dell'arsura e dell'incolto, e la polvere sembra avvolgere l'ombra
in quell'uomo si avverte la disperazione, cerca il nutrimento quasi si aggrappa alla terra da cui è stato generato ma che è rimasta senza il soffio vitale....
questa è una mia interpretazione, e la vostra...?

Aurora Amato ha scritto:

in quell'uomo si avverte la disperazione, cerca il nutrimento quasi si aggrappa alla terra da cui è stato generato ma che è rimasta senza il soffio vitale....
questa è una mia interpretazione, e la vostra...?

Mi piace molto l'idea di proiettare le ombre sulla terra arsa ma in quelle ombre vedo rigidità e sperimentazione..ossia...vedo qualcuno che prova a spostare il proprio corpo per vedere l'effetto che ha la sua ombra sul riquadro di terra ripreso dalla macchina fotografica. Secondo me è troppo evidente la rigidità della posa...scusatemi se questa volta sono stata un pò critica nel giudizio...ma lo sarei stata anche con me stessa se avessi fatto lo stesso esperimento! Stefano, se hai la possibilità fai altre prove e postaci i risultati sicuramente arriverai alla perfezione dello scatto!

Interessante la terra solcata dai cretti.
Nella prima foto l'esigenza di reggere la fotocamera e quindi di ripiegare il braccio verso la testa non è dissimulata, si sente che sta lì per necessità (si vede anche un pezzo di fotocamera, se non erro). Credo che questo tolga qualcosa alla foto.
Nella seconda la posa sembra essere naturale, però il risultato è la figura di un Creatore che mentre con gesto temerario dà origine al cosmo con l'altra mano... si gratta il capo.
A parte questo i due esperimenti sono interessanti, e le foto rimangono apprezzabili.

Il primo a introdurre nell'arte il tema del "cretto" (facendone un intero "ciclo" della sua produzione, è il pittore tifernate Alberto Burri.
Simulava i cretti del terreno riarso con un acido che corrodeva lentamente la superficie del quadro.
A Gibellina realizzò un cretto su scala ambientale, in cui le fessure sono percorribili e ci si può passeggiare dentro.

angelo ha scritto:

Interessante la terra solcata dai cretti.
Nella prima foto l'esigenza di reggere la fotocamera e quindi di ripiegare il braccio verso la testa non è dissimulata, si sente che sta lì per necessità (si vede anche un pezzo di fotocamera, se non erro). Credo che questo tolga qualcosa alla foto.
Nella seconda la posa sembra essere naturale, però il risultato è la figura di un Creatore che mentre con gesto temerario dà origine al cosmo con l'altra mano... si gratta il capo.
A parte questo i due esperimenti sono interessanti, e le foto rimangono apprezzabili.

Il primo a introdurre nell'arte il tema del "cretto" (facendone un intero "ciclo" della sua produzione, è il pittore tifernate Alberto Burri.
Simulava i cretti del terreno riarso con un acido che corrodeva lentamente la superficie del quadro.
A Gibellina realizzò un cretto su scala ambientale, in cui le fessure sono percorribili e ci si può passeggiare dentro.

Angelo hai ragione, nella prima foto si vede un pezzo di fotocamera purtroppo.. ci dovevo mettere una maggiore cura e dovevo togliere la maglietta anche..nella seconda foto è simpatica la tua interpretazione del creatore che si gratta il capo quasi a voler dire "che cavolo ho combinato" , tuttavia nell'ombra io ci vedevo il neocreato barcollante e indeciso..
P.S. interessante sta cosa dei cretti "passeggiabili"

Laura effettivamente le pose non convincono molto neanche me, forse sarebbe stato più semplice con ombre più lunghe, il sole era veramente a picco..

[quote="Ste]
Angelo hai ragione, nella prima foto si vede un pezzo di fotocamera purtroppo.. ci dovevo mettere una maggiore cura e dovevo togliere la maglietta anche..nella seconda foto è simpatica la tua interpretazione del creatore che si gratta il capo quasi a voler dire "che cavolo ho combinato" , tuttavia nell'ombra io ci vedevo il neocreato barcollante e indeciso..
P.S. interessante sta cosa dei cretti "passeggiabili"
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Rimane il fatto che hai avuto una bella idea a sovrapporre ombra e cretti!

Ciao Ste, la tua foto mi è piaciuta molto, per i colori, la texture, l'ombra, ma non mi ha convinto l'idea dell'autoscatto... mi sono permesso di giocarci su un pò...spero non ti arrabbi!...che ne dici?!

Caspita! Surreale!! Veramente surreale..anche l'elaborazione è molto buona, oltre che l'interpretazione. Ora si che rende l'idea della disperazione, sembra quasi una figura che ha perso parte della sua umanità
Mi piace!

Ste ha scritto:

Caspita! Surreale!! Veramente surreale..anche l'elaborazione è molto buona, oltre che l'interpretazione. Ora si che rende l'idea della disperazione, sembra quasi una figura che ha perso parte della sua umanità
Mi piace!

sono contento che ti piaccia, almeno mi evito una denuncia per plagio!