Non conosco personalmente Fabrizio Borra, ma ho avuto modo di discutere varie volte con lui di fotografia e non solo.
Quello che ho subito apprezzato, fin dalla prima volta, è stata, insieme alla sua onesta intellettuale, la sua capacità di "vedere", non solo l'immagine, ma l'anima dell'immagine, il senso profondo e spesse volte nascosto delle cose.
Relazionarla ed unirla, quest'anima, al mondo intorno, creare quei collegamenti che trasformano una foto in una prospettiva filosofica, umana, emozionale. O semplicement e le rendono il giusto posto in quel mondo che è ben più complesso di quanto a molti appare.
Con l'eleganza della sua cultuura, il gusto e la sensibilità di chi "vive" nel profondo la sua attività, riusciva a portare l'interlocutore sugli impervi sentieri dell'analisi umana, prima ancora che su quella tecnica, guidandolo, con mille dubbi e domande, a chiedersi come la sua immagine poteva essere parte di un percorso, una esperienza e non soltanto una foto.
Il suo modo di fotografare è una diretta espressione delle sue esperienze professionali e dei suoi "amori" intellettuali.
La sua origine Italiana, i suoi studi in Inghilterra, i suoi viaggi in Europa, in particolare nell'Est, sono la "base" da cui nasce il suo modo di esprimersi.
I suoi maestri sono riconoscibili immediatamente, e sono i grandi per eccellenza della fotografia.
Altrove l'accento è posto sulla bellezza formale, perfetta geometria ed esecuzione unita al completo controllo dei colori, del contrasto, di ogni infinitesimo aspetto tecnico, fino ad avere alla
fine in un ottimo prodotto.
Bellissimo secondo i canoni attuali.
Industriale aggiungerei io.
Qui le cose vanno diversamente.
La perfetta conoscenza tecnica (studi di fotografia ad Oxford e Nottingham, così come all'Academy for Performing Arts (FAMU) di Praga e la Academy of Fine Arts and Design (VSVU) di Bratislava) è solo la base per "stravolgere" a proprio piacimento la tecnica stessa ed utilizzarla in funzione del suo progetto espressivo.
Il suo mondo è. a parer mio, allargato a comprendere altri aspetti esistenziali ed umani che rendono la sua fotografia estremamente personale, evocativa, onirica.
A volte, molte volte, generatrice di inquietudine, di domande spesso senza risposta o con risposte che si vorrebbe non leggere, non sentire, non conoscere.
Se vi siete mai interessati a Giacomelli e al suo modo di fotografare, se vi siete mai fermati a guardare le foto di Ghirri, di Koudelka, se i maetstri dell'Est vi hanno mai, anche solo un pò, affascinato, credo che apprezzerete veramente il lavoro di Fabrizio.
www.fabrizioborra.com
Un saluto,
Brian.