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 Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni

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Andrea C
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MessaggioTitolo: Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni   Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni EmptyGio 05 Giu 2008, 23:37

Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni 7296982-lg

Ora magari mi darete tutti addosso, ma questa foto trovata su Photo.net rappresenta abbastanza bene la tendenza che vado da tempo combattendo ma che è molto viva nei forum e siti fotografici importanti.
Cos'è che non mi piace?
Molto semplice: è finta, è artefatta, è zuccherosa, chiusa in un estetismo facile e lezioso.
Si ottiene questo effetto tutte le volte che si fa un uso (abuso) della post-produzione:
la realtà è scomparsa ed è rimasto un dipinto. Attenzione: il problema non è la rinuncia alla fedeltà dell'oggetto, è che questo, come dipinto, è pessimo. Cos'è quella minuscola luna candida nel cielo terso? un ingenuo tocco naif. E la sfumatura dal quasi-bianco all'azzurro del cielo stesso? E' talmente precisa che sembra un oggetto di grafica vettoriale, con corel draw si fanno proprio sfumature del genere, ma per gli oggetti grafici, non per i tramonti!
Non parliamo del giallino e del mare: lì non è una foto, nel migliore dei casi è un fumetto, nel peggiore un cartone animato.
Aspetto le vostre contro-critiche!!!
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scafroglia

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MessaggioTitolo: Re: Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni   Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni EmptyVen 06 Giu 2008, 09:47

per quanto sia da poco un fotografo amatoriale, ho piccole convinzioni. Una di queste è che le foto meno siano ritoccate e più abbiano un senso. Come nel caso dell'HDR, per me si avvicina più all'arte grafica che alla fotografia. In questo caso, in particolare, io avrei comunque preso meno roccia (che sembra petrolio, in realtà) sulla sinistra per rendere l'immagine meno cupa
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MessaggioTitolo: Re: Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni   Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni EmptyMer 11 Giu 2008, 21:16

scafroglia ha scritto:
per quanto sia da poco un fotografo amatoriale, ho piccole convinzioni. Una di queste è che le foto meno siano ritoccate e più abbiano un senso. Come nel caso dell'HDR, per me si avvicina più all'arte grafica che alla fotografia. In questo caso, in particolare, io avrei comunque preso meno roccia (che sembra petrolio, in realtà) sulla sinistra per rendere l'immagine meno cupa

Sì è vero l'inquadratura è sbilanciata. E sono d'accordo anche sul considerare l'HDR più sul versante grafico che su quello fotografico. Come si potrebbe definire? Pittura al computer.
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MessaggioTitolo: Re: Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni   Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni EmptyMer 11 Giu 2008, 21:42

La definizione è difficile da trovare per l'HDR. Pittura la vedo più fatta col pennello appunto...
Credo vada distinto l'uso dell'HDR.
Se lo si usa in maniera "impropria", cioè introducendo aloni, saturazione eccessiva deii colori, artefatti vari... allora l'HDR può essere inteso come "interpretazione artistica" della scena.
Se l'HDR viene usato per recuperare informazioni della scena che l'occhio umano magari vede e che il sensore no, allora non ci trovo molta differenza dalla camera oscura quando i fotografi (e qui mi rifaccio alle parole di Massimiliano, io non lo sapevo) sovrapponevano più fotogrammi esposti in maniera differente per ottenere appunto più "Gamma dinamica".
Naturalmente va tutto dosato! L'eccesso con l'HDR è sempre dietro l'angolo... Troppo rumore, troppa saturazione, troppi dettagli, troppa gamma dinamica ecc ecc...
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MessaggioTitolo: Re: Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni   Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni EmptyMer 11 Giu 2008, 21:49

Volevo aggiungere un'altro dettaglio! Ho alcuni scatti fatti a Spoleto con 2 macchine fotografiche nelle stesse condizioni di scatto. Una digitale, l'altra caricata con una Sensia 100 ISO. Stessi parametri di scatto e focale (per quanto fosse stato possibile, allora non avevo il full frame sul digitale). Il risultato mi ha sorpreso: la gamma dinamica registrata dalla diapositiva era praticamente la stessa, se non superiore, all'elaborazione in HDR del digitale... Ed era anche + piacevole da guardare!
A dimostrare che se usato con parsimonia l'HDR, tutto sommato, non introduce nulla di troppo artificioso... ma da la possibilità di farlo e che la DIA, per me, è ancora un passetto avanti.
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MessaggioTitolo: Re: Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni   Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni EmptyMer 11 Giu 2008, 22:39

Andrea C ha scritto:
Volevo aggiungere un'altro dettaglio! Ho alcuni scatti fatti a Spoleto con 2 macchine fotografiche nelle stesse condizioni di scatto. Una digitale, l'altra caricata con una Sensia 100 ISO. Stessi parametri di scatto e focale (per quanto fosse stato possibile, allora non avevo il full frame sul digitale). Il risultato mi ha sorpreso: la gamma dinamica registrata dalla diapositiva era praticamente la stessa, se non superiore, all'elaborazione in HDR del digitale... Ed era anche + piacevole da guardare!
A dimostrare che se usato con parsimonia l'HDR, tutto sommato, non introduce nulla di troppo artificioso... ma da la possibilità di farlo e che la DIA, per me, è ancora un passetto avanti.

Si in effetti dipende tutto da come lo si usa. Il problema quindi non è tanto lo strumento, ma il "manico", come si dice dalle mie parti.
O meglio: il problema è la sensibilità del fotografo. L'ho già scritto da qualche altra parte in questo forum: le foto di Ansel Adams (vedi sezione "Ti presento un maestro") sono il risultato di processi di lavorazione, effettuati in camea oscura, che possono considerarsi l'equivalemte analogico dell'HDR digitale: perché sono assolutamente naturali, credibili, più vere del vero? e perché, la maggiorparte delle foto trattate con l'HDR sono invece troppo pulite, artefatte, lucidate, in definitiva... un po' kitsch? Evidentemente dipende, appunto, dal "manico".
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MessaggioTitolo: Re: Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni   Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni EmptyMer 11 Giu 2008, 23:26

Ciao! Ho rimesso mano alle fotografie di Pienza e mi sono tolto la curiosità di confrontare due immagini con e senza HDR (sono differenti appena nel taglio:roll: Rolling Eyes ):

Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni Versobagnov
Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni Versobagnovignoni

Con l'HDR penso di aver tirato fuori il cielo ed il dettaglio del grano nel campo. L'obiettivo di rappresentare i nuvoloni l'ho raggiunto con l'elaborazione di 3 immagini. Magari, come dicevo ad Aurora, c'è il modo di ottenere la stessa cosa lavorando in PS... non saprei!
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MessaggioTitolo: Re: Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni   Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni EmptyMer 11 Giu 2008, 23:54

Angelo, l'immagine che hai proposto è suggestiva ma al contempo forse troppo poco realistica, questo è vero, sembra quasi ottenuta con l'aerografo come quelle che si vedono su alcuni camion e caravan americaneggianti.
A mio avviso però è pur sempre più una foto che un'immagine digitale artificiale in quanto credo che questa immagine senza la foto di partenza probabilmente non sarebbe mai esistita (a nessuno sarebbe mai venuto in mente di realizzare esattamente questo paesaggio senza averlo mai visto e senza essere lì personalmente).

Non mi sento né di assolvere né di condannare questa "foto", al più posso dire che non è una foto classica ma che è pur sempre una foto.
L'architettura di Gaudì non è architettura classica ma è pur sempre architettura anche se si fonde parzialmente forse con la scultura, ma chi potrebbe asserire che la Sagrada Familia non è un'opera architettonica ?

La foto pura ed assoluta, nel senso anche quindi di classica, forse è solo la fotografia chimica in B&N e dirò di più: forse è solo la fotografia in B&N scattata e stampata dalla stessa persona che in questo senso è l'artefice vero dell'opera finale (la foto stampata su carta). Tutto il resto è genericamente (ma non per questo di minore valenza artistica) fotografia.
No so se sono stato in grado di spiegarmi.

Peraltro stabilire dove risieda il confine tra fotografia ed imaging generico è impossibile in quanto strettamente dipendente dai gusti / cultura / pensiero personale.

In finale: certi tipi di "foto" o si amano o si odiano o si ignorano (ma si prende atto che esistono), non c'è via di mezzo.
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MessaggioTitolo: Re: Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni   Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni EmptyGio 12 Giu 2008, 02:08

Sono fondamentalmente d'accordo con te, Massimo, e lungi da me voler limitare la pratica fotografica ai confini della fotografia "classica": in effetti, anche in pittura, tutti i miei amici mi rimproverano proprio del contrario, di essere troppo irriverente (ma io dico: poco ossequioso, e secondo me è un merito) verso i grandi intoccabili da Raffaello a Canaletto...

A scanso di equivoci vorrei chiarire il mio pensiero, probabilmente fin qui espresso in maniera lacunosa e poco nitida:

1) Qualsiasi distinzione "tipologica", che assegna ad un prodotto una categoria di appartenenza all'interno del sistema culturale, non può mai essere "valutativa", definisce semplicemente quel prodotto dandogli una collocazione, così come in una cassettiera mettiamo i maglioni sul primo cassetto e le mutande in un altro, senza che questo implichi che preferiamo i primi alle seconde o viceversa. Quindi, quando dico che certe foto le si definirebbe meglio "pittura al computer" che fotografia, voglio solo far chiarezza sul loro statuto estetico, senza in alcun modo svalutarle. Di fatto, siano quel che siano, ciò che conta è se sono opere interessanti e belle, e lo possono essere sia che le consideriamo pittura sia che le consideriamo fotografia.

2) Quanto alla diatriba se sia giusto o no ritoccare le foto trasformandole radicalmente in post produzione, io credo che in linea di principio qualsiasi mezzo di elaborazione dell'immagine a fini espressivi è lecito, dalla camera oscura a photoshop, ciò che conta non è lo strumento, ma come lo utilizziamo.

3) Veniamo al punto: se tutti i metodi (come diceva il mio maestro Benedetto Croce) sono buoni purché siano buoni, ciò che dobbiamo valutare è il risultato. Attenzione però: il risultato è in funzione delle finalità dell'opera, questo vale per ogni prodotto culturale e in generale di comunicazione. Immaginiamo che io realizzi un documentario sugli animali della savana, per una trasmissione televisiva che ha il fine di aumentare la conoscenza di questi animali da parte dei bambini. Il mio prodotto viene utilizzato come fonte di conoscenza, ritrae una certa realtà e la trasmette ad altri. Immaginiamo ora che io, in postproduzione, ritocchi il cielo dei miei filmati per dargli un colore più intenso rispetto a quello reale. Immaginiamo ancora, che poiché le riprese di un lago desolato mi sembrano poco interessanti aggiunga digitalmente degli animali in riva al lago, animali che perdipiù neanche vivono in quella savana. Immaginiamo infine che il mio documentario, così fatto, sia esteticamente molto più bello che se non l'avessi ritoccato. Ho fatto una cosa lecita? Evidentemente no, ma non perché ho usato il mezzo digitale, ma per il semplice fatto che il mio prodotto si presentava come documento, come ritratto della realtà, mentre io l'ho camuffato, e quindi ho creato un falso storico ne più e nè meno di uno storico che ritoccasse un documento d'archivio con photoshop cambiandone il testo.

4) Se faccio un REPORTAGE su un'isola sperduta, e lo pubblico su una rivista di viaggi, posso pure usare photoshop per ritoccare le immagini, ma il mio reportage dovrà mantenere un carattere globale (dico globale, e la precisazione è molto importante) di verità: se creo un cielo saturo di azzurro mentre nell'isola il cielo è sempre grigio e l'atmosfera plumbea sto mentendo, sto ingannando chi guarda la foto e crede di conoscere meglio, attraveso di essa, quel posto.

5) Se invece creo la mia galleria di immagini in un sito, il fine dell'opera potrebbe essere puramente estetico, la realtà mi serve "di appoggio" ma non devo necessariamente rimanergli fedele, sto crendo Bellezza, non Verità.

6) Queste sono le due vie della fotografia: come verità (Cartier Bresson), come pura bellezza (Irving Penn). Dove collochiamo la foto che ho postato all'inizio del topic, e le tante foto che le assomigliano sparse per i siti e i forum del mondo? (ma per fortuna non sono la maggiorranza delle foto, sono solo un "filone") Evidentemente non hanno nulla di VERO, sono palesemente, e anzi direi quasi sfacciatamente, "finte", irreali, ed è proprio per questo che molti di fronte ad esse dicono la classica frase: "sembra un dipinto".

7) A questo punto rimane l'ultima domanda: se il fine non è la verità, ma la bellezza, queste immagini sono belle? Ovviamente bisogna giudicarle una per una, ma se avete capito il genere a cui mi riferisco ecco ribadito il mio giudizio in generale: sono brutte perché ansiché essere artistiche sono artefatte, perché ansiché mirare all'espressione profonda mirano all'effetto in superficie, perché la lavorazione in post produzione è troppo scoperta (Picasso diceva che la profondità dell'artista deve nascondere il suo talento, Matisse diceva di lavorare 6 mesi ad un quadro al fine di farlo sembrare dipinto in un'ora), perché i colori così trattati sono "zuccherosi" e "stucchevoli", perché gira che ti rigira, ma questo i loro autori non lo sospettano minimamente, si riavvicinano inconsapevoli alla tipica estetica "da cartolina", anche quando le inquadrature se ne allontanano.

In conclusione, non ce l'ho assolutamente con photoshop né con l'HDR, sono strumenti come altri: di per sé né buoni né cattivi. Ce l'ho, ed è il titolo del topic, contro "una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni", che è una tendenza del gusto, della sensibilità, e che si serve spesso dell'HDR ma 500 anni fa era già presente e si serviva dei colori ad olio (tanto per fare un esempio). Ribadisco però, che l'HDR potrebbe tranquillamente essere usato in maniera proficua, ma che per la maggior parte, nella fotografia amatoriale, quella degli hobbisti come me e molti di voi, è usato per ottenere immagini così pulite, così linde, così chiare e immacolate... da essere Kitcht.


Ultima modifica di angelo il Gio 12 Giu 2008, 18:06 - modificato 1 volta.
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LauraB

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MessaggioTitolo: Re: Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni   Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni EmptyGio 12 Giu 2008, 15:00

Angelo, si vede che sei un filosofo!!!!study Condivido!!!!!
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brian




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MessaggioTitolo: Re: Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni   Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni EmptyGio 12 Giu 2008, 20:25

Come ogni altro mezzo espressivo, La fotografia ha caratteristiche peculiari che dipendono tanto dal mezzo in quanto tale, quanto dalla possibilità che un tale mezzo ha di essere fruito, tanto in fase di produzione, quanto di visione.
Potremmo definire la fotografia come un "parente stretto" della pittura, ma certamente, almeno dal mio punto di vista, questo sarebbe fortemente riduttivo. Sono due mezzi espressivi profondamente diversi che condividono il tipo di rappresentazione fisica: entrambi hanno come destinazione l'occhio umano e da quiil nostro intelletto e quindi il nostro modo di catalogare, filtrare, associare quanto viene proposto.
Come Angelo faceva ben notare, non esistono mai confini netti e precisi tra categorie espressive (se così le vogliamo chiamare), anzi come per tutte le cose ci troveremo in no-men-lands, in aree di sovrapposizioni, in zone di crepuscolo, in cui sarà difficile identificare cosa è e perchè.
Questo credo faccia parte della normale essenza delle cose, reali o virtuali che siano.
La fotografia ha una storia recentissima e la sua ragion d'essere era allora semplicemente la rappresentazione "automatica" e "neutra" della realtà. Poteva, almeno agli albori, assurgere a documentazione "reale" e "oggettiva" di ciò che stava di fronte all'obbiettivo Era nata per una esigenza non artistica, ma documentaristica, tecnica. Immediatamente si comprese però la potenza di un tale mezzo anche in altre direzioni, e si svilupparono subito modi per aggiungervi caratteristiche, per esplorarne gli aspetti, l'interazione e le conseguenze con il mondo che essa voleva rappresentare.
Un impulso notevolissimo si ebbe poi nel dopo-guerra. Qui in Italia le due strade assunsero il nome di "formalismo" e neorealismo".
Questi modi e tecniche (qualunque fosse la scelta) cambiarono non solo il modo di fare la fotografia, ma anche la percezione, il significato e la rappresentazione della stessa. In una parola modificarono sensibilità stessa dei fruitori, come d'altra parte avviene in ogni campo.
Certamente quello che noi conosciamo, e mentalmente associamo al termine fotografia, è la rappresentazione della realtà (o il tentativo di farlo). La maggior parte delle immagini che conosciamo sono di reportage, di cronaca, di piacere. Comunque di comunicazione immediata: intensità elevata (deve colpire per attirare l'attenzione) e di durata emozionale minima (adesso).
Amplificazione della sensazione, annulamento della durata temporale. L'immagine è fruibile solo ora, non conosce lo spazio del tempo, nasce e muore in un giorno in mezzo a milioni di altre.
Ciò non toglie che esiste un vastissimo repertorio nel quale la fotografia e i suoi mezzi sono invece usati in funzione di una "realtà" interiore, quindi di una visione "artistica" intesa come interpretazione della realà o addirittura avulsa ed estranea dalla realtà stessa.
E' difficile definire un confine. Comunque venga scelto, questo cambierà con il tempo, con lo spazio con la cultura del momento.
E comunque, e qui mi trovo perfettamente d'accordo con Angelo, non si può sempre e comunque accettare ogni scelta, di ogni tipo, solo perchè questa è la visione dell'autore. Certamente ognuno è libero di fare ogni tipo di prova ed esperimento e definirlo come meglio crede, ma ritengo che debba esistere una "estetica del gusto" (non saprei come chiamarla, nè come definirla).
Una caratteristica del mezzo fotografico che non ha riscontri in altri settori, è la sua immediata e proficua integrazione con l'aspetto emozionale/ludico degli utilizzatori, quello economico delle case produttrici (è ormai uno degli elementi "indispensabili" al pari di un telefonino e ha quindi una grande importanza nel mercato) e per certi versi di prestigio (girovagare con una super camera professinale).
A tutto questo si aggiunge la facilità di manipolazione delle foto nella post-produzione grazie al software.
Ed è qui che si manifesta uno dei punti di discontinuità a mio avviso più importanti.
Tutti abbiamo la possibilità di avere macchine molto buone, tutti possaimo scattare moltissime immagini, tutti possiamo in qualche modo elaborale.
Certo, ma in base a cosa e per quale fine?
Questo è il punto.
Quali sono gli elementi,l'educazione, il senso che ci guida nel definire come una foto deve essere modificata/adattata?
Ovviamente non sto parlando delle foto personali, ricordi o vacanze che siano, ma di quelle che in qualche modo pretendono di avere un valore e una propria "importanza" e in tal forma vengono proposte.
A mio avviso, manca una estetica del vedere, e manca una estetica del proporre.
E purtroppo a volte manca anche un'etica.
La fotografia di reportage dovrebbe per eccellenza essere "non invasiva", dovrebbe riportare inalterata la visione dell'occhio umano. Non è però sufficiente limitarsi all'aspetto "statico": non cambiare i cieli o le caratteristiche fisiche/umane della scena. Questo vale per il "dopo", non per il "prima", dove
la zona temporale che chiamo "prima", ovvero quella precedente allo scatto, è decisiva e definisce gran parte del peso del lavoro
Una immagine di guerra, in cui una azione militare viene fatta solo perchè il fotografo possa farne delle foto, come va intesa? E' una rappreesntazione di cosa sta succedendo in generale (c'è una guerra, in qualche luogo), oppure vuole documentare uno specifico momento di una particolare operazione in un preciso momento?
Questo è capitato molte volte: soldati in trincea che, su richiesta del fotografo, iniziano a sparare, a difendersi come farebbero nella realtà, come se ci fosse un attacco che in quel momento non c'è.
Ma questa è realtà o finzione?
In quello specifico frangente la foto era inventata, fatta ad hoc come in uno studio fotografico all'aperto.
E' una rappresentazione giusta o sbagliata? Che cosa si vuole rappresentare?
Se vogliamo fare del reportage, allora la condizione essenziale è la corrispondenza alla realtà, prima, dopo e durante la realizzazione del lavoro.
Il resto è gusto e, come tale, necessita, volenti o nolenti di una propria estetica ed educazione che ne permetta il confronto con quelle che sono le direzioni estetiche più immediate e deteriori.
Purtroppo non sono molto ottimista. Se è vero che HDR (e con lei molti altri metodi) può dare delle grandissime possibilità (personalmente mi interessa), è altrettanto vero che si presta ad un uso immediato, effettistico, fine a se stesso. La semplicità con cui si realizzano elaborazioni le farà via via più forti e diffuse e questo inciderà sul modo stesso di percepire e valutare la fotografia.
Molti anni fa il istema Dolby iniziò a diffondersi nel campo musicale. Questo permetteva una riduzione del rumore di fondo tramite una esaltazione delle frequenze più elevate dello spettro audio in fase di registrazione, e una riduzione complementare delle stesse in fase di ascolto.
E' interessante notare che quella esaltazione risultava "piacevole" all'ascolto, e divenne quindi il solo modo in cui quei brani musicali venivano ascoltati, almeno per quanto riguarda la maggioranza degli utilizzatori.
Un grazie ad Angelo per aver avviato la discussione, e a tutti gli altri che hanno partecipato.
A presto,
Brian
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MessaggioTitolo: Re: Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni   Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni EmptyGio 12 Giu 2008, 23:18

La lettura dell'interessantissimo e ricco intervento di Brian mi sollecita ad una nuova riflessione che è anche un'ulteriore specificazione del mio pensiero.
Giustamente, egli dice, la verità è ben altra cosa dalla semplice fedeltà "letterale" alla scena che abbiamo di fronte: è il significato profondo della realtà che la foto deve trasmettere, non la mera superficie del fenomeno.
Per trasmettere una verità profonda, posso anche mentire in superficie, non è un gesto indebito: se devo comunicare agli altri gli orrori di una guerra, posso anche "costruire" artificialmente una scena e fotografarla. L'evento particolare che rappresenterò sarà inesistente, ma se riesco a comunicare l'orrore, che rappresenta il mio reale bersaglio, allora non avrò mentito: avrò restituito la realtà profonda di quel fenomeno, in maniera sincera.
Il grande e insuperato giornalista Indro Montanelli (che ideologicamente non condivido, ma ad averne oggi di intellettuali come lui...) diceva che le migliori e più fedeli biografie sono quelle inventate, magari piene di aneddoti usciti di sana pianta dalla fantasia del biografo. Quegli aneddoti, falsi se presi alla lettera, evidentemente sapevano restituire, meglio di mille fattarelli cronachistici, la realtà psicologica del personaggio, in maniera profonda e fedele.
Alla stessa maniera, la celeberrima foto di Robert Capa del soldato colto nel momento in cui muore (vedi sezione "ti presento un capolavoro" del forum), manterrebbe il suo significato anche se fosse costruita (e per un lungo periodo di tempo lo si è sospettato, fino al momento del ritrovamento di un amico del soldato morto che ha testimoniato l'accaduto). Questo perché in quella foto Capa ha saputo denudare come nessun altro l'attimo del trapasso, del subitaneo abbandono della vita.
Quindi quando si valuta la foto di reportage o anche la foto di paesaggio, è giusto pretendere la verità, perché rientra nello scopo di quell'atto linguistico, ma nello stesso tempo lo è altrettanto pretendere una verità profonda, un siglificato che non scivoli via appena distogliamo lo sguardo dalla foto stessa, anche a costo di sacrificare la sincerità di superficie.
Faccio un paio di esempi per chiarire il concetto: le foto di Ansel Adams (vedi sezione "ti presento un maestro"), in un certo senso sono menzogne. La realtà non è mai così chiara, leggibile nel dettaglio, ordinata come nei suoi paesaggi. Però, e ripeto E' QUESTA LA DIFFERENZA FRA LUI E LA MAGGIOR PARTE DEI FOTOGRAFI, ANCHE PROFESSIONISTI, CHE USANO OGGI L'HDR, IN QUELLE FOTO SI SENTE IL RESPIRO, L'IMPONENZA, DIREI LA MERAVIGLIOSA MAESTOSITA' DEL PAESAGGIO AMERICANO, COME IN NESSUN ALTRO PRIMA O DOPO DI LUI.
Parimenti, se non badiamo al significato profondo dell'immagine, potremmo preferire a Cartier Bresson (anche qui vedi la sezione "Ti presento un maestro") tanti altri fotoreporter, magari molto più spettacolari e immediatamente seducenti. Ma le foto di Bresson, al di là della bellezza puramente estetica (ma c'è anche quella), hanno la capacità unica di restituirci la vita colta nel suo farsi, nel momento del suo rivelarsi, nella sua profondità. Osserviamo il suo libro su Parigi (in italiano "A proposito di Parigi") e al di là della bellezza delle singole immagini, conosciamo meglio la città stessa, egli ci restituisce l'anima della metropoli, ne fa un ritratto che ne coglie l'essenza profonda, stiamo sfogliando il libro ma ce ne dimentichiamo e ci sembra di passeggiare per vie e boulevards.

Termino con una citazione approssimativa fatta a memoria (ho appena sostenuto che non mi interessa la lettera, ma il significato...):

"Quando facevamo cubismo, trasformavamo le cose per conoscerle meglio"
Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni Picasso_penn.sized
Pablo Picasso fotografato da Irving Penn
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Andrea Montirosi

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MessaggioTitolo: Re: Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni   Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni EmptyGio 26 Giu 2008, 09:54

Io penso una cosa: se la post produzione mi aiuta a far venir fuori quello che veramente il mio occhio ha visto va bene, come per esempio la latitudine di posa.In digitale è sicuramente minore che nella pellicola, perciò se un HDR (non spinto) mi aiuta a recuperare qualcosa ma senza stravolgere la foto bene, altrimenti secondo me non è più fotografia (per il mio modo di pensare).
Vorrei chiedere all'autore della foto se il suo occhio ha visto quei colori, quei punti di luce perfetti (specialmente sulla roccia a sx).
Non sono contro la post produzione ma quando va a stravolgere una foto, quella foto che nella realtà poi non c'era allora si che sono contro.
Penso che la fotografia debba scrivere ciò che il tuo occhio vede.
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MessaggioTitolo: Re: Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni   Una tendenza deteriore della fotografia dei nostri giorni EmptyVen 27 Giu 2008, 23:38

Andrea Montirosi ha scritto:

Penso che la fotografia debba scrivere ciò che il tuo occhio vede.

Questa frase, intesa nel significato profondo, afferma proprio quel richiamo alla verità che sta alla base di una delle due vie aperte di fronte all'attività fotografica. L'altra via è rappresentata, come ho già scritto, dalla ricerca della bellezza attraverso l'invenzione, la fantasia. Ma il problema è che foto come quella da cui si è sviluppato il discorso, e così centinaia di altre, rimangono a metà strada fra verità e invenzione, non sono né abbastanza fedeli da testimoniare la realtà, né abbastanza coraggiose da stravolgerla e inventarne un'altra. In definitiva sono inutili.
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