- Ste ha scritto:
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Ciao Ste,
trovo molto pertinente il rilievo di Mirko, e provo ad aggiungere qualcosa.
In effetti la foto di sinistra è spezzata in due momenti diversi: o guardiamo la strada, e allora la seguiamo con un percorso che si interrompe per lo sbarramento della collina, oppure guardiamo l'arcobaleno, escludendo allora la strada.
Per cogliere interamente la foto dobbiamo necessariamente compiere due "movimenti" diversi.
Naturalmente alla scissione della fruizione corrisponde quella della foto in sé: evidentemente la collina ci appare disomogenea rispetto al resto, e quindi la sentiamo come un ostacolo, anziché come un apporto positivo.
Secondo me la foto è un po' divisa in due: all'"incanto" un po' magico dell'arcobaleno fa riscontro la zona terrestre che invece appare troppo quotidiana e usuale.
E' questa scissione stilistica che rende la foto meno riuscita dell'altra.
La strada la guardiamo perché realizza un'assonanza con la "strada" dell'arcobaleno e perché siamo portati naturalmente a seguirne il percorso, ma da un punto di vista espressivo anch'essa è un po' distante dalla zona del cielo: ha il sapore del quotidiano, con i segni visibili delle ruote, mentre un arcobaleno è sempre un'"epifania", un apparizione "straordinaria" (è per questo che siamo portati a fotografarlo così spesso quando lo vediamo).
Nella foto di destra questo impedimento non c'è: innanzitutto perché un trattamento migliore in post produzione ha creato una omogeneità luminosa e quel nitore che si sposa con ogni visione un po' sospesa e incantata, poi perché al posto della strada c'è il campo, che grazie al grand'angolo "fugge" dritto verso il cielo, senza ostacoli (come detto giustamente da Mirko), poi perché la parte terrena, sebbene non abbia a livello contenutistico elementi "meravigliosi", nel senso di generare meraviglia (come invece l'arcobaleno per la parte celeste) viene "sollevata" e "avvicinata" a quest'ultima per i colori appena appena innaturali (esito della saturazione: vedi il verde così intenso).
D'altra parte tutta la foto è impostata sul convergere spedito di tanti raggi verso un unico punto: l'arcobaleno, le nuvole, l'orizzonte, il profilo della collina di sinistra e anche la sua base sono altrettante direttrici spaziali che si concludono in un unico punto di fuga.
E' anche questo riuscito schema compositivo che dona alla foto un'unità superiore all'altra.