Asphalto - commento d'autore di Marco Briziarelli

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mi piace tantissimo..complimenti per l'idea per la realizzazione, compresa la cornice, questa volta perfettamente azzeccata

piace anche a me, una linea di confine tra sfumature prodotte dall'uomo.

Concordo!!
Bravo!

davvero una bella foto. grande equilibrio e bella luce

Complimenti... veramente bella!

ai complimenti degli altri vorrei aggiungere che tro lo scatto si riuscito ma soprattutto intelligente e molto molto celebrale, ottimo il contrasto tra le linee di confine bene-male.

Bene, è già stato detto tutto, per cui non mi resta che aggiungermi alla lista di chi ha trovato molto ben fatta ed interessante l'immagine. In particolare concordo con Fotografica sull'aspetto concettuale dell'immagine e sulla capacità nel prendere elementi minimi ed armonizzarli in una visione che assume un suo aspetto, significato e vita diversi da quelli originari.
Un saluto,
Brian

Credo che l'elemento decisivo della foto sia la "ferita" che la attraversa.
Se fosse una semplice striscia, nuda linea di confine fra due campiture cromatiche, l'immagine ci sembrerebbe un po' arida, nella freddezza del suo imposto geometrico.
Invece la fenditura, nella sua irregolarità, nei suoi confini frastagliati, come una cicatrice che non si è ancora rimarginata, dona all'immagine una nota quasi drammatica.
La sua profondità, inoltre, attivando una terza dimensione, ci fa percepire i due piani contrapposti non come semplici superfici bidimensionali, ma come strati, dotati di un loro spessore.
La dimensione specifica dell'immagine, quindi, non è tanto cromatica o luminosa, ma materica e quindi tattile: basta notare come "sentiamo" la scabrosità delle superfici accidentate.
Con tutto ciò la foto, partendo da un banale particolare, evoca scenari ben più ampi: siamo proiettati in una dimensione geologica, come assistessimo alle dinamiche della tettonica delle placche e guardassimo dall'alto la faglia in cui si incontrano due zolle terrestri, consumata e corrosa dal loro eterno strusciarsi.

-Prendi un caffè?
-Meglio un tè
-con un po' di latte?
-no, grazie, solo zucchero, ma non bianco, se c'è lo preferisco scuro e grezzo, di canna.
-Scusa la franchezza, ma a me non piace la tua natura morta, e poi l'asfalto...
-Non puoi fare questioni di principio sull'asfalto, l'asfalto è stata un'occasione, una combinazione
-Sì, ma è uno scatto per i miei gusti troppo concettuale con questa storia degli opposti che sfocia nella pedanteria, nella didascalia
-ma quali opposti, mica penserai che si tratti di veri contrari?!
- come puoi negarlo, l'ombra e la luce, la superficie e la profondità del taglio
-Sì, appunto come Dio e il Diavolo, come l'Essere e il Nulla, mica come Dio e l'Assenza di di Dio o l'Essere e il Non Essere.
-Cosa vuoi dire, che sono complementari allora?
- Sì, certo complementari. Per farti capire meglio, ti leggo quanto scrive un narratore-antropologo francese "E' grazie alla forchetta che il cucchiaio manifesta la sua dolcezza materna" e così il mio Asphalto
- capisco, ma forse è questo aver diviso in due campi, in due soli campi l'immagine che mi infastidisce, perché più il numero dei campi è ridotto e più l'immagine risulta astratta e rischia di essere interpretata in chiave simbolica e questo me la diminuisce
-Non ti offendere, ma è la tua opinione che mi sembra un po' rigida e astratta, bisogna vedere caso per caso e poi sono convinto che un andamento binario, come quello della mia natura morta, può essere interessante e fecondo e spesso la realtà ci si presenta così. sai l'idea di scattare questa fotografia, l'ho avuta dopo aver letto un librio in cui l'autore illustra delle coppie:il nomade e lo stanziake, l'Augusto e il clown bianco, il sale e lo zucchewro, la poesia e la prosa e molte altre...
-Insisto, lo scatto mi sembra troppo artefatto con quel solco, quell'ombra, quel pertugio che lo attraversa
-Non posso credere che non ti senta attratto dalle crepe dell'asfalto e della terra. Mi ricordo che ragazzo in bicicletta, quando ne incontravo una, la percorrevo, rallentando la corsa,avrei voluto che la piccola ferita sul terreno e sull'asfalto si aprisse di più fino a inghiottirmi e questa fantasia mi dava i brividi
- Per me non era così, anch'io queste fratture le guardavo, ma cercavo sempre di costeggiarle e mai di andarci sopra con le ruote e se il manto stradale non era scalfito jmi sembrava di volare
-ho capito che non la finiremmo più, se continuassimo a parlare di quella fotografia. Basta e poi non voglio toglierti il piacere di bere un tè caldo
-Chi ti ha detto che io amo bere il tè caldo?, a me piace quasi freddo, continua pure a perorare la causa della tua natura morta e non trovare alibi...

Marco Briziarelli ha scritto:

-Prendi un caffè?
-Meglio un tè
-con un po' di latte?
-no, grazie, solo zucchero, ma non bianco, se c'è lo preferisco scuro e grezzo, di canna.
-Scusa la franchezza, ma a me non piace la tua natura morta, e poi l'asfalto...
-Non puoi fare questioni di principio sull'asfalto, l'asfalto è stata un'occasione, una combinazione
-Sì, ma è uno scatto per i miei gusti troppo concettuale con questa storia degli opposti che sfocia nella pedanteria, nella didascalia
-ma quali opposti, mica penserai che si tratti di veri contrari?!
- come puoi negarlo, l'ombra e la luce, la superficie e la profondità del taglio
-Sì, appunto come Dio e il Diavolo, come l'Essere e il Nulla, mica come Dio e l'Assenza di di Dio o l'Essere e il Non Essere.
-Cosa vuoi dire, che sono complementari allora?
- Sì, certo complementari. Per farti capire meglio, ti leggo quanto scrive un narratore-antropologo francese "E' grazie alla forchetta che il cucchiaio manifesta la sua dolcezza materna" e così il mio Asphalto
- capisco, ma forse è questo aver diviso in due campi, in due soli campi l'immagine che mi infastidisce, perché più il numero dei campi è ridotto e più l'immagine risulta astratta e rischia di essere interpretata in chiave simbolica e questo me la diminuisce
-Non ti offendere, ma è la tua opinione che mi sembra un po' rigida e astratta, bisogna vedere caso per caso e poi sono convinto che un andamento binario, come quello della mia natura morta, può essere interessante e fecondo e spesso la realtà ci si presenta così. sai l'idea di scattare questa fotografia, l'ho avuta dopo aver letto un librio in cui l'autore illustra delle coppie:il nomade e lo stanziake, l'Augusto e il clown bianco, il sale e lo zucchewro, la poesia e la prosa e molte altre...
-Insisto, lo scatto mi sembra troppo artefatto con quel solco, quell'ombra, quel pertugio che lo attraversa
-Non posso credere che non ti senta attratto dalle crepe dell'asfalto e della terra. Mi ricordo che ragazzo in bicicletta, quando ne incontravo una, la percorrevo, rallentando la corsa,avrei voluto che la piccola ferita sul terreno e sull'asfalto si aprisse di più fino a inghiottirmi e questa fantasia mi dava i brividi
- Per me non era così, anch'io queste fratture le guardavo, ma cercavo sempre di costeggiarle e mai di andarci sopra con le ruote e se il manto stradale non era scalfito jmi sembrava di volare
-ho capito che non la finiremmo più, se continuassimo a parlare di quella fotografia. Basta e poi non voglio toglierti il piacere di bere un tè caldo
-Chi ti ha detto che io amo bere il tè caldo?, a me piace quasi freddo, continua pure a perorare la causa della tua natura morta e non trovare alibi...

Sei forte ... punto e basta !!
Ciao.

Marco Briziarelli ha scritto:

-Prendi un caffè?
CUT ..

Grazie Marco!