Anche a me la mostra è piaciuta, e il parallelo sculture-foto era pertinente: c'è effettivamente una affinità, fermo restando le distanze fra i due artisti e quelle dovute alla diversità dell'epoca in cui sono vissuti.
Mapplethorpe è interessante, la sua prospettiva originale.
L'unico limite che affiora vedendo un'intera mostra dei suoi nudi, secondo me, è quello connaturato a considerare il corpo umano sempre e comunque una sorta di "macchina" perfetta. Il volto non c'è quasi mai, le pose sono tese ad esaltare il corpo, il suo funzionamento, la sua meccanica muscolare, quasi mai a svelare qualcosa che c'è al di là del corpo stesso, quasi mai a esprimere una gamma più ampia di sentimenti, o di affetti psicologici.
La differenza con Michelangelo, che segna anche il limite del parallelo, è proprio qui: le sue sculture, soprattutto quelle dell'ultima parte della vita, trattano il corpo per esprimere concetti, sentimenti, aspirazioni, sofferenze, aneliti, e così via... mai nella nuda oggettività di un meccanismo.
Il confronto diretto fra i due artisti secondo me ha messo anche in evidenza, per contrasto, una certa "freddezza" che si inizia a vedere nelle foto di Mapplethorpe arrivati alla quindicesima, sedicesima, ventesima foto...
Comunque resta un grande fotografo, ogni artista ha dei limiti, perché ce li ha ogni uomo...