Gruppo lettura al via il 12 ottobre: leggi con noi!

Inauguriamo il nostro gruppo-lettura aperto a tutti!

Il libro che leggeremo e commenteremo insieme è:

"Il danno" di Josephine Hart,
Feltrinelli, pp.167 (una sconvolgente storia di passione, scritta e
descritta molto bene. Il libro è di gran lunga migliore del film).
La discussione si aprirà lunedì 12 ottobre, e per tutta la settimana si inizierà a discutere sul testo, limitatamente al primo capitolo.
Poi da lunedì 19 ottobre si passerà a leggere e discutere il secondo e così via.

Direi che il tutto si potrebbe concludere con la visione del film tratto dal libro:




Regia:
Louis Malle

Cast:
Ian Bannen
Jeremy Irons
Juliette Binoche
Leslie Caron
Miranda Richardson
Rupert Graves

Anno:
1992


Siete tutti invitati a procurarvi il libro e iniziare a leggere e discutere insieme!

Ma si commenta qui?

Si Ale, si dovrebbe commentare qui!
Ma quanti hanno già finito di leggere il libro?
A me mancano ancora 23 pagine...

Ragazzi, io non sono riuscito a finirlo, mi mancano una sessantina di pagine e credo di leggerle questa sera, ma domani parto per Bucarest e dubito che accederò a internet in questi giorni...
Credo che Inrainbow l'abbia finito, e l'ha letto anche Valentina Gallinari, come detto nell'altro topic.

Vi propongo di iniziare a commentarlo lunedì 26, così l'avremo tutti finito e anche io sarò tornato, che ne dite?

per me va bene..io l'ho finito,ma che fatica..

angelo ha scritto:

Vi propongo di iniziare a commentarlo lunedì 26, così l'avremo tutti finito e anche io sarò tornato, che ne dite?

A me va bene..cosi me lo finisco di leggere con calma.

angelo ha scritto:

Ragazzi, io non sono riuscito a finirlo, mi mancano una sessantina di pagine e credo di leggerle questa sera, ma domani parto per Bucarest e dubito che accederò a internet in questi giorni...
Credo che Inrainbow l'abbia finito, e l'ha letto anche Valentina Gallinari, come detto nell'altro topic.

Vi propongo di iniziare a commentarlo lunedì 26, così l'avremo tutti finito e anche io sarò tornato, che ne dite?

Ma come???? Io l'ho finito da un bel pezzo! Siete dei pelandroniiiii muoveteviiiiiiiiiiiiiii

Ma perchè intanto non cominciamo a scrivere qualcosa? Se si va troppo per le lunghe chi, diligente, lo ha letto nel tempo prestabilito si mette a leggere altro e si dimentica le impressioni, forti, della prima ora!

Alessandro Agea ha scritto:

per me va bene..io l'ho finito,ma che fatica..

Perchè "che fatica"? Io l'ho trovato avvincente, scorrevole e di facile lettura.
Certo, è forte, è intenso, tratta di vite stravolte ma è bello per questo.
E' un turbinio di forti sensazioni iper-concentrate e colpi di scena. E' passione incontrollabile, è libertà, è quanto di più vicino ci sia alla Vita: è morte.

Vorrei riportarvi uno dei pezzi-chiave del romanzo (magari invoglio qualcun altro a leggerlo!)


“Eccola mia storia, in parole semplici. Ti prego di non chiedermela più. Te l’ho detta per darti un avvertimento. Ho subito un danno. Le persone danneggiate sono pericolose. Sanno di poter sopravvivere.”

Restammo a lungo in silenzio.

“Perché hai detto che ‘comprensibilmente’ Aston si è tolto la vita?”

“Perché a me riesce comprensibile. Lo so. Non è un tesoro da custodire gelosamente. Solo una storia che non desidero raccontare, di un ragazzo che non hai mai conosciuto.”

“E questo ti rende pericolosa?”

“Tutte le persone danneggiate sono pericolose. E’ la sopravvivenza che le rende tali.”

“Perché?”

“Perché non hanno pietà. Sanno che gli altri possono sopravvivere, come loro.”

“Ma tu mi hai avvertito.”

“Si.”

“Non è stato un atto di pietà?”

“No. Tu sei già andato così in là che ormai tutti gli avvertimenti sono inutili. Mi sentirò meglio per avertelo detto. Anche se il momento è sbagliato.”

No no rispettiamo le scadenze, ma la chiave del libro per me sta nelle ultime righe e da lì non scappi.

Ho letto il libro e condivido le opinioni di Giulia.
Secondo me non è un capolavoro ma si legge bene ed è abbastanza intenso e interessante.
Banalizzando parecchio proverò a scrivere un breve commento.
Il tema centrale del romanzo è naturalmente questo "strano" rapporto tra "lei" e "lui".
"Lei" ha avuto un'esperienza drammatica che l'ha segnata profondamente e riesce con estrema naturalezza a rovinare le vite di tutti quelli che le stanno vicino.
"Lui" ha iniziato a vivere a 50 anni (quando l'ha incontrata) mettendo in discussione una vita "felice" (per modo di dire) ma poco autentica.
In realtà, sempre secondo me, molte delle dinamiche di questa "strana" relazione, in maniera meno drammatica ed eclatante, sono riconducibili a molti rapporti di coppia che si consumano ai giorni nostri.
In fondo non siamo tutti un pò repressi e/o disturbati ??
Ciao e buona giornata.

Joffry ha scritto:

In fondo non siamo tutti un pò repressi e/o disturbati ??

In fondo ci fa molto comoda crederlo

Ma dai aspettiamo che tornino e finiscano la lettura anche gli altri!

Ragazzi mi raccomando:

NON RACCONTATE IL FINALE!!!!


Io non ho ancora finito il libro!!!

Ragazzi ormai il libro l'hanno finito tutti, al via i commenti!!!

E' un atto di fede
o si crede o non si crede, senza sfumature intermedie.

Per quelli di voi che ne dubitano: questa è una storia d'amore.E' finita. Ha lo stesso sapore del monito del vicino di stanza che viene a svegliarti, e te lo fa pesare, quando in realtà sei già sveglio da ore. Semplicemente non ce n'è alcun bisogno.

[quote="Joffry"].
Il tema centrale del romanzo è naturalmente questo "strano" rapporto tra "lei" e "lui".
"Lei" ha avuto un'esperienza drammatica che l'ha segnata profondamente e riesce con estrema naturalezza a rovinare le vite di tutti quelli che le stanno vicino.
"Lui" ha iniziato a vivere a 50 anni (quando l'ha incontrata) mettendo in discussione una vita "felice" (per modo di dire) ma poco autentica.
In realtà, sempre secondo me, molte delle dinamiche di questa "strana" relazione, in maniera meno drammatica ed eclatante, sono riconducibili a molti rapporti di coppia che si consumano ai giorni nostri.
In fondo non siamo tutti un pò repressi e/o disturbati ??
[quote]

Pensavo anche io mentre leggevo il libro e sentivo le notizie di questi ulltimi giorni che il "danno" è superpresente nella nostra società.
Vogliamo vivere secondo le regole che la società ci impone:

• soldi
  
• successo
  
• una bella moglie/marito
  
• bei figli
  

....vogliamo sposarci senza pensare a cosa voglia dire " matrimonio"(forse con troppa superficialità ) ma poi non vogliamo rinunciare alla libertà dei single.
Questo porta ad avere una doppia vita, fregandosene spesso delle responsabilità che si hanno nei confronti di mogli/mariti e figli....
ci vive una seconda vita senza farsi scrupoli, mentendo e fingendo...
ma il danno può essere in agguato e potrebbe non essere possibile tornare indietro...

Salve ragazzi,
dal momento che ho proposto io la lettura, mi "corre l'obbligo" di intervenire nella discussione.
Fermo restando che in ogni lettura ognuno proietta qualcosa di sè e che quindi ogni interpretazione è plausibile, dirò perché a me ha colpito molto.
Il primo motivo riguarda come è stato trattato il tema della passione.
La passione non può essere cercata e nemmeno provocata dall'esterno; la passione pulsa improvvisamente sotto la nostra pelle, quando meno ce l'aspettiamo, quasi a farci capire che quella che stavamo conducendo, fino a quel momento, non era vivere ma trascorrere il tempo. E' una pulsione talmente vitale che amplifica tutti i sensi fino a stordire la mente e a impedire qualsiasi capacità di previsione futura, perchè è interessata soltanto all'oggi, all'immanente, a quello che c'è. Il protagonista del romanzo è talmente bruciato dalla passione e dalla felicità di assaporare quei momenti di colore, nel perfetto grigiore della sua esistenza, che non ha il tempo di chiedersi se quello che sta facendo è morale o provocherà dolore ai suoi cari...l'unica cosa che sa è che quello che sta vivendo è bello, forte, travolgente, e tanto basta.
Certo, è anche vero che la passione consuma e si consuma per definizione...ma chi l'ha provata, al di là delle cose rotte per la foga e per l'obnubilamento della ragione, di cui si accorge però soltanto dopo la fine, se ne potrà mai pentire davvero? A voi la risposta.

Discutevo pochi giorni con un altro lettore de " il Danno" e riflettevamo sul fatto che ognuno di noi può trovare qualcosa di sè in questa storia..

...c'è chi si rivede in lui che a 50 anni finalmente conosce la passione e si rende conto che fino a quel giorno non ha vissuto veramente...
...c'è chi ha sofferto perchè ha subito le conseguenze della passione travolgente di un compagno/a..o perchè figlio di tale persona...
...c'è chi vive una vita non vissuta e leggendo questo libro realizza per la prima volta il suo stato...

Il fatto che poi in questa sezione si discuta poco del libro e degli argomenti che dal libro possano scaturire è perchè sono cose ovvie?
Si scriverebbero cose scontate?
Si scriverebbero cose che ci fanno male?
Boh...

Comunque:
Meglio una passione travolgente quando meno te l'aspetti che ti travolga la vita ..che una vita trascorsa senza pulsioni e sofferenze..
...non ci si può pentire per una passione così.

LauraB ha scritto:

Il fatto che poi in questa sezione si discuta poco del libro e degli argomenti che dal libro possano scaturire è perchè sono cose ovvie?
Si scriverebbero cose scontate?

Comunque:
Meglio una passione travolgente quando meno te l'aspetti che ti travolga la vita ..che una vita trascorsa senza pulsioni e sofferenze..
...non ci si può pentire per una passione così.

Bingo!
Se ne scrivono di continuo di cose scontate, proprio la banalià di storia e argomento passionale ha reso difficile la lettura in quanto tutto risultava prevedibile e già visto.
La frase da te citata ne è ottima dimostrazione.

Alessandro Agea ha scritto:

Bingo!
Se ne scrivono di continuo di cose scontate, proprio la banalià di storia e argomento passionale ha reso difficile la lettura in quanto tutto risultava prevedibile e già visto.
La frase da te citata ne è ottima dimostrazione.

Ale, questa sezione, come tutte sul forum... e tu lo sai molto bene... è di discussione..
Ben vengano i commenti positivi e negativi sul libro.
Grazie per il tuo commento!

LauraB ha scritto:

Ale, questa sezione, come tutte sul forum... e tu lo sai molto bene... è di discussione..
Ben vengano i commenti positivi e negativi sul libro.
Grazie per il tuo commento!

Non capisco bene quello che vuoi dirmi..
Quando ho scritto che se ne scrivono di cose scontate non mi riferivo mica alle discussioni del forum,ci mancherebbe, non mi permetterei mai!
Mi riferisco invece alla produzione letteraria in genere, che nella sua vastità abbonda anche di cose mediocri..la mia era la risposta alla tua domanda..tutto qui.
Non solo,ringrazio anche duecuori della proposta,perchè se non avessi letto il libro non avrei mai saputo che non mi piace!

Mi vergogno a dirlo ma la mia copia l'ho persa durante il viaggio, perché l'avevo messa in una tasca frontale della valigia, e quando ho ripreso quest'ultima, a Bucarest, la tasca era aperta e il libro non c'era più...

Ora l'ho recuperato da Federica, così lo finirò in questi giorni.

Comunque un commento voglio farlo anche ora, perché mi mancano una trentina di pagine solo, riservandomi di tornare sull'argomento più diffusamente a romanzo finito.

A me il libro ricorda il film di Truffaut, "La signora della porta accanto", perché il tema di fondo è simile: la passione che annienta tutto, che stravolge ogni regola e non soggiace a nessuna. Non mi sembra che il tema sia trattato in maniera scontata, invece i personaggi sono ben tratteggiati e credibili, e le annotazioni psicologiche calzanti. Mi ricordo che il film, visto molto tempo fa, non mi aveva fatto la stessa impressione, mi era sembrato un po' forzato, le esplosioni di passione e sentimento non sempre naturali, a volte meccaniche. Qui mi sembra che una vicenda che poteva facilmente sfociare, perlomeno in certi passaggi, nel ridicolo, tano travolgenti, assoluti, dirompenti sono i sentimenti e i gesti raccontati, tenga invece bene, e ci risulti plausibile.
La stessa cosa, forse a un livello artistico più alto, anche per la bravura straordinaria degli interpreti, vale per il film di Truffaut. Non è un caso, forse, che il film "Il danno" sia di L. Malle, compagno di strada di Truffaut nell'avventura della Novell vague, francese anch'egli, amante di donne "fatali" e passionali (come la protagonista del suo primo, bellissimo film: "Ascensore per il patibolo").

Bene bene…arrivo a discussione avviata e accesa…

Innanzitutto vi esprimo il mio parere in merito al libro:

anche a me ha colpito molto…

ed è proprio vero che, come dice duecuori,

ognuno proietta qualcosa di sé,

e legge qualsiasi testo riportando i fatti, o le sensazioni raccontate,

al proprio vissuto,

a ciò che si è esperito personalmente.

A volte questo accostamento con la propria vita è doloroso,

perché fa riaffiorare sensazioni negative,

altre volte benefico e salvifico,

perché ti fa sentire “compreso”.



“Il Danno” non parla soltanto della forza e delle pulsioni di “Una Passione”

ma l’argomento attorno a cui ruota il giudizio umano è ancor di più

il tradimento:in questo caso di un padre ai danni del figlio:

secondo me è questo il punto chiave del libro, non tanto la passione in sé…

da questo punto scaturisce una critica, per qualcuno,

una riflessione, per altri.

chi legge senza aver mai vissuto “nulla di simile” in vita sua

può provare a capire;

Comprende appieno invece chi è andato contro “regole morali”

Pur di dare seguito ad una passione, diciamo così,

socialmente non accettata.



Non trovo che parlare di passioni sia banale:

anche Ultimo Tango a Parigi sarebbe banale????

Ma poi: ci sono argomenti banali???

Secondo me no:

c’è un modo banale di trattare certi argomenti…

ovvio che ogni cosa sarebbe banale

e, dicendo una banalità,

“è tutto già visto e già sentito”..

Quindi pur non condividendo,

posso accettare che Alessandro dica che non è originale il modo in cui è stato trattato l’argomento,

ma mi sembra riduttivo dire che sia una semplice storia che non aggiunge e non toglie nulla…



la prima parte del libro peraltro è molto avvincente

e profonda…

rovista fino in fondo,

sviscera molto sensazioni che spesso vengono taciute…

probabilmente individuare e andare a rintracciare le cause profonde,

le giustificazioni addotte a quelle situazioni che la società in genere,

giudica come “Errori” o “Orrori”,

è per me molto interessante:

fa parte di un mio percorso personale

nel quale cerco sempre di staccarmi dai giudizi

“Universalmente riconosciuti come obiettivi”

E cerco invece di capire, nella maniera più empatica possibile,

quali siano realmente le mie sensazioni e cosa avrei fatto

al posto di un altro, in quella stessa circostanza.

in rainbow ha scritto:

Non trovo che parlare di passioni sia banale:

anche Ultimo Tango a Parigi sarebbe banale????

Ma poi: ci sono argomenti banali???

Secondo me no:

c’è un modo banale di trattare certi argomenti…

ovvio che ogni cosa sarebbe banale

e, dicendo una banalità,

“è tutto già visto e già sentito”..

Quindi pur non condividendo,

posso accettare che Alessandro dica che non è originale il modo in cui è stato trattato l’argomento,

ma mi sembra riduttivo dire che sia una semplice storia che non aggiunge e non toglie nulla…

Parlando del libro, mi riferivo alla trattazione dell'argomento, al modo in cui è affrontato, non certo al tema in sè e mi sembra (almeno nel mio percorso fatto di letture,film,ecc..) che si possano trovare migliori esempi, vedi quello da te citato Fede.

Dopo le prime pagine ho avuto già un'idea piuttosto precisa del finale..si è smontata la storia e frasi e paesaggi psicologici hanno perso efficacia,almeno per me, così ho fatto fatica a continuare la lettura.

Non sono d'accordo con te Fede sulle "classi di comprensione" e sulle parole regole morali e passione socialmente non accettata.
Trovo il libro, e qui so di muovermi in un cespuglio di rovi, molto femminile,di un femminismo contemporaneo che mi lascia perplesso e che può venir cavalcato anche a fini commerciali.
Però mi sto accorgendo che commentare scrivendo non mi soddisfa. O più semplicemente non mi riesce e mi tengo la responsabilità dell'ultima frase pur rimanendo disponibile ad una chiacchierata.

in rainbow ha scritto:

“Il Danno” non parla soltanto della forza e delle pulsioni di “Una Passione”

ma l’argomento attorno a cui ruota il giudizio umano è ancor di più

il tradimento: in questo caso di un padre ai danni del figlio:

secondo me è questo il punto chiave del libro, non tanto la passione in sé…

In effetti fin qui avevamo caratterizzato il libro in un senso molto generico.
Sono d'accordo che il tema del libro non è tanto la passione, ma il dilemma morale cui la passione mette di fronte il protagonista.
E a questo proposito ribadisco che tale tema è stato trattato, a mio avviso, in maniera efficace, anche perché l'autrice, per amplificare l'attrito interiore del protagonista, ne fa un personaggio fin troppo "regolare" e per bene, imprigionato, fino ai 50 anni, dalle sue stesse regole di buona condotta sociale. In questo modo il dissidio interno è vivo, lo vediamo palpitare fra le pagine del libro.

Una domanda: l'unico passaggio che non mi è sembrato del tutto naturale è il suicidio del figlio. Egli decide di buttarsi dalle scale e farla finita in quattro e quattr'otto, in qualche secondo realizza ciò che sta accadendo e risponde all'accaduto ponendo fine alla vita. Forse un suicidio così istintivo, immediato, che non si concede un minimo percorso riflessivo, è un po' irreale.
Io sono portato a pensare al suicidio, proprio perché gesto estremo che pone fine a ogni futuro possibile gesto, come a un'azione inevitabilmente sorvegliata, per quanto possa essere il frutto del momento, di una reazione interiore, di uno shock.
A voi è sembrato credibile?

In effetti anche il suicidio risulta quasi marginale..considerando poi come metteva in luce anche Fede che nella prima parte del libro l'autrice si dimostra notevole nel caratterizzare uno stato, la "stasi" borghese, in modo così convincente.