è vero, qui non c'entra la fotografia.
da questo racconto emerge la vulnerabilità sostenuta dall'orgoglio di una mamma che non potrà mai essere davvero felice e che si sentirà sempre un po' sconfitta, ma con dignità che gli altri si sognano
emerge l'involuzione di una società senza pietà, rivolta alla crescita tecnologica nel modo più ottuso, senza delicatezza, senza criterio
emerge la freddezza della nuova realtà dei centri commerciali, in cui vale la legge del più forte e del più bello, in cui non c'è spazio per i valori che ci rendono diversi dalle scimmie, e nemmeno per la fantasia dei bambini
emerge la spietata tendenza al lavoro veloce, efficiente, serrato, senza respiro, produttivo, che arricchisce ( solo il conto in banca) sempre di più.
questa volta sono stati protagonisti degli schifosi "fotografi", ma è solo un caso, purtroppo