Scale e piccioni

maledette panticane dell'aria...a Gubbio vogliono tentare la sterilizzazione...speriamo! bella inquadratura manu

interessante la prospettiva della foto
accentuata dalla luce infondo,
che esprime il punto di vista dei piccioni.

mi piace

Il "quid" della foto, secondo me, è che la scena è "umanizzata": i piccioni sembrano un gruppo di vecchietti che prendono il fresco in un pomeriggio domenicale: alcuni parlano fra loro, ce n'è uno che sussurra una cosa all'orecchio di un altro, il quale avvicina la testa per sentire meglio (in basso a sinistra), altri osservano qualcosa che sta accadendo al di fuori del margine destro della foto...

Lavorando di fantasia: cos'è la macchia di luce intensa verso cui alcuni "vecchietti" si sono mestamente incamminati? La sovraesposizione e la cornice muraria dai contorni "mangiati" le conferiscono un ché di "mistico". Sarà l'al di là?...

angelo ha scritto:

Il "quid" della foto, secondo me, è che la scena è "umanizzata": i piccioni sembrano un gruppo di vecchietti che prendono il fresco in un pomeriggio domenicale: alcuni parlano fra loro, ce n'è uno che sussurra una cosa all'orecchio di un altro, il quale avvicina la testa per sentire meglio (in basso a sinistra), altri osservano qualcosa che sta accadendo al di fuori del margine destro della foto...

Lavorando di fantasia: cos'è la macchia di luce intensa verso cui alcuni "vecchietti" si sono mestamente incamminati? La sovraesposizione e la cornice muraria dai contorni "mangiati" le conferiscono un ché di "mistico". Sarà l'al di là?...

A volte fai paura Angelo...!!!!

Grazie ragazzi! Angelo... (vedi faccina!!!)

emanuele ha scritto:

Grazie ragazzi! Angelo... (vedi faccina!!!)

Ok che faccio paura, ma ditemi anche qualcosa di fotografico! A parte il "volo" della fantasia, siete d'accordo sulla lettura?

Un grande esempio di rappresentazione della "folla" o di una scena di gruppo, in cui però i personaggi hanno una loro attitudine e psicologia individuali è la "Scuola di Atene" di Raffaello. Una volta apprezzata la scena d'insieme, la sua struttura, il suo respiro tipicamente rinascimentale, si può curiosare fra i personaggi (c'è Platone con il viso di Leonardo, Eraclito con quello ombroso di Michelangelo, Euclide con quello di Bramante) per coglierne le espressioni, le attitudini, i gesti tutti singolarmente caratterizzati.

Posto un link, perché l'immagine è enorme ma permette di vedere abbastanza bene i protagonisti (potete anche zoomare).

http://www.torkil.saxebol.no/bilder/Roma/Raffaello%20Scuola%20di%20Atene.jpg

Che bravo sei, riesci a riprendere un soggetto banale e caricarlo di emozioni.
Io più che i vecchietti ci vedo l'uomo e la sua condizione. E' smarrito, vive in gruppo, immerso nella società dalla quale sempre più spesso si estranea senza volerlo, senza saperlo, accorgendosene solo alla fine. E' lì, percorre una strada, alcuni da soli altri con un compagno di viaggio, e di questa strada crede di conoscerne la meta, ma è realmente così? La conosce veramente la meta. Quella parte sfocata e sovraesposta verso la quale ci conducono le scalette per me rappresenta la meta, immaginata, creduta tale ma non realmente nitida, è un sogno, è un desiderio. E anche la strada, le scale, più si allontanano dal contingente e più diventano sfocate.